Salvaguardare gli animali non significa solo salvare i nostri più cari amici,
può significare salvare noi
stesse.
Grazie al Progetto LINK abbiamo scoperto che l’interconnessione tra il maltrattamento
animale e le violenze su donne e minori è un dato scientificamente provato.
Intervenire precocemente sulle segnalazioni di maltrattamenti ad animali domestici
può contribuire a salvare donne e bambini da situazioni di violenza quotidiana.
Nella maggior parte dei casi è stato dimostrato che la violenza si scatena
temporalmente prima sugli animali che sugli altri familiari quasi, per comodità,
per sgravio morale, per propensione psicologica,
come forma ‘ricatto’ sulla donna maltrattata, agevolati dal fatto che che l’animale
non può esprimere appieno il proprio disagio ed è facile mantenerlo soggiogato.
Sia nei reati di maltrattamento contro la donna che nei reati di stalking l’animale
domestico viene considerato merce di scambio per il silenzio e per mantenere legata
la vittima al carnefice. La minaccia è forte e chiara: Se non stai zitta, se non obbedisci,
lo faccio sparire, lo ammazzo, lo sevizio.
Le donne maltrattate (e i loro bambini) restano attaccati al proprio spazio domestico
per la paura di non perdere per sempre il compagno a quattro zampe che nel quotidiano
li ha sollevati dalle angherie subite, e con cui si è inevitabilmente creato un rapporto
affettivo forte, spesso rinsaldato dalle botte e dalla violenza comune.
L’attenzione crescente dell’amministrazione deve delle autorità sul Link deve essere
massiccia e con adeguata preparazione specialistica, sia per quanto riguarda le
Forze dell’Ordine sia dal punto di vista degli Operatori Sociali, al fine di individuare il maltrattamento sugli animali non come fatto isolato e specifico, ma proprio per evitare
che il tutto si ripercuota in un’escalation di violenza anche contro gli
altri componenti della famiglia.
Laura Bocchi
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